I resti architettonici in Via del Nazareno costituiscono il tratto più importante ancora visibile del percorso urbano dell’acquedotto Vergine.
All’altezza dell’attuale Piazza di Spagna l’acquedotto, fino a quel punto sotterraneo, usciva sopraterra e continuava su arcate sopraelevate delle quali sono oggi visibili, oltre ai resti di Via del Nazareno, quelli in Via del Bufalo.
Il tratto in Via del Nazareno è costituito da un fornice, costruito per volere di Claudio nel 46 a.C. a cavallo di un’antica strada della regio VII: i pilastri e l’arcata sono costituiti da un elemento a bugnato realizzato con grossi blocchi di peperino mentre la cornice, ormai perduta, doveva essere di travertino. L’iscrizione dedicatoria, che attribuisce a Claudio i lavori di costruzione, è ancora oggi ben visibile su ambedue i lati della struttura.
Quando l’imperatore Adriano restaurò l’intero percorso dell’acquedotto, l’arcata del Nazareno venne rinforzata con un rivestimento in muratura ed ancora, in epoca più tarda, il condotto venne rialzato di oltre 1 metro rispetto al piano originario.